La calma del surfista: surf in Los Angeles
Un articolo molto speciale
La calma del surfista
Con lei aspetti l'onda
E parti alla conquista
Di una strada sempre diversa
Di una vita che sembra persa
Che si riprende in colpo di reni
O con una caduta senza problemi
(20 Bottiglie di Vino – Bandabardò)
Quando mi sono trovata ad osservare i surfisti dall’altra parte del mondo, ho capito cosa diceva la Bandabardò.
Il nostro padrone di casa si sveglia la mattina molto presto, infila solo i pantaloni della tuta in neoprene ed esce con la tavola, per andare a fare surf. Se vai anche tu, puoi vederli arrivare, da tutte le strade intorno.
Alcuni surfisti vivono di là del vialone e anche se devono farsi un po’ di strada, a nessuno viene in mente di mettersi le scarpe. Sono tutti a piedi nudi in giro per la città, con parte della tuta addosso e la tavola sottobraccio, come una grande baguette. Solo il minimo indispensabile. Come falene attirate dalla luce, entrano in acqua e vanno ad aspettare l’onda perfetta.
Ci vuole davvero tanta calma per praticare questo sport. Più li osservo e più mi sembra di capire che non è affatto uno sport il surf, ma uno stile di vita. Si aspetta, in silenzio, accompagnati solo dallo sciabordio dell'acqua e da qualche gabbiano e intanto, seduti sulla tavola, si medita, ci si guarda intorno, si respira profondamente. Poi arriva l’onda e in quei pochissimi secondi, si concentra la voglia, la speranza, il divertimento, l’adrenalina. “Nuota veloce sull’onda, salta sulla tavola e vola!” Scivolando sull’onda per quel poco di tempo che basterà a dare la grinta per una giornata intera, o fino alla prossima sfida.
Un attimo e sono di nuovo sulla spiaggia a riprendere la tavola da surf, a ricominciare da capo o freschi e pronti per tornare a casa, farsi una doccia, indossare giacca e cravatta e andare in ufficio.
Il tutto si ripete la sera, quando chiudono uffici e negozi e quando la spiaggia è meno affollata.
Li guardo e penso a quanto mi piacerebbe trovare il modo di riprodurre queste sensazioni a Berlino, anche se il mare e le onde non ci sono. Qual è il corrispettivo in città di tutto questo?