essere o non essere vegani?
Nella patria del “wurst”, dopo lo scandalo della carne di cavallo trovata negli alimenti surgelati, i tedeschi non sanno più a che supermercato votarsi. Chi fugge dal discount, chi ci ritorna sentendosi ormai tradito dalla tanto sbandierata affidabilità teutonica, chi compra solo “bio” e chi stufo delle brutte sorprese, ha fatto la definitiva scelta di diventare vegano. Per i neo-vegani che ancora non sanno destreggiarsi tra etichette, classificazioni e traduzioni da lingue esotiche, a Berlino ci sono supermercati tutti dedicati a loro, panetteria compresa.
Dalla frutta fresca alla pizza surgelata, dal cosmetico al cibo per animali domestici, tutto è rigorosamente vegano (anche il prezzo). All’ingresso si viene accolti da cupcakes e panini imbottiti che ci dicono: “mangiami! Sono senza lattosio!” o da zuppe da gustare comodamente seduti nelle zone caffetterie dei supermercati.
Con la bella stagione propongono i brunch all’aperto nel tiepido sole della domenica mattina e il barbecue (vegano ovviamente!). Durante l’inverno organizzano corsi di cucina vegana e seminari su sostenibilità, ambiente e benessere.
Questi supermarket hanno iniziato a comparire un po’ in sordina un anno fa, ma è stato chiaro fin da subito che avrebbero avuto successo. Dopo pochi mesi infatti, nel mio quartiere ad esempio sono spuntati altri negozi dedicati ai vegani, ma che vendono anche scarpe e vestiti.





